Il giro della morte, che affascina e terrorizza, è per me “la gara” per eccellenza. In 27 anni di atletica l'avrò corsa centinaia e centinaia di volte - ai tempi d'oro in 56”, 57” secondi, mentre ora il cronometro supera abbondantemente il minuto - ma l'adrenalina e l'emozione che mi accompagnano sui blocchi di partenza sono sempre le stesse. Negli ultimi 2 anni i miei riscontri cronometri sono lievitati a causa di numerosi infortuni che mi hanno impedito una preparazione costante: dopo gli Italiani di Bressanone una brutta tallonite mi ha impedito di svolgere quei lavori “lattacidi” che sono il pane quotidiano dei 400 metri, ma ora sto bene e non mi posso lamentare. Il 28 luglio si sono disputate le semifinali: io tra tra le W40, Gabriella Ramani e Mirella Giusti tra le W45. Grande la gioia mia e di Gabriella per il guadagnato accesso alla finale (Gabriella giunge seconda nella sua semifinale con un buon 65”02, che rappresenta il suo stagionale; io giungo terza ma vengo ripescata avendo corso in 62”86, che rappresenta l'ottavo tempo delle W40). Rammarico per Mirella, che col tempo di 68”86 è stata la prima esclusa dalla finale delle W45.
Il 30 luglio è la volta delle finali. L'emozione sale ed io scopro i benefici psicologici di essere in finale con l'ottavo tempo: non ho nulla da perdere :-)
Tra le W45 Gabriella in finale conferma il sesto posto con il tempo di 65”33, nella gara vinta dalla fortissima quarantacinquenne britannica Virgina Mitchell (58”57). Mi ricordo di Virginia, quando a San Sebastian vinse tra le W40 in 57”90: mi ha fatto molto piacere ritrovarla e soprattutto constatare come sia riuscita a mantenersi in questi 3 anni a così alti livelli.
Nella finale delle W40 riesco a “rosicare” una posizione superando di soli 2 centesimi l'inglese Fiona Palmer . Per me il settimo posto tra le W40 in 62”50 e la piccola soddisfazione di aver stabilito il primato stagionale. La gara viene vinta dalla svizzera Claudia Wiederkehr in 57”59. Sono felice di ritrovare anche lei, con la quale ho condiviso i Mondiali di Porto Rico nel 2003 e che vidi tristemente in tribuna agli Europei del 2004 per un infortunio. Al quarto posto una scatenata Paola Pascon (vent'anni fa correvamo insieme alla Libertas Treviso, ora è in forze alla Industriali Conegliano), in ripresa dopo una grave malattia, che chiude inaspettatamente con un egregio 61”01. Da segnalare inoltre lo splendido risultato della nostra nuova amica Anna Pagnotta, la bravissima molisana è riuscita ad agguantare la medaglia di bronzo tra le W50 a suon di record italiano: 64"00.
PS. Il simbolo di Ljubljana è un drago, le cui statue svettano appunto dal... Ponte dei Draghi. Dicono che toccargli la coda porti bene: mi sa che quasi quasi, prima dei 200, facciamo un girettino da quelle parti...
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