mercoledì 4 novembre 2009

Nadia vince ancora - su AVC di novembre

Questo mese sull rivista on-line "Atletica Veneta Comunicati" (curata dal Comitato Regionale Veneto della Fidal) sono state dedicate due pagine (la 16 e 17) alla nostra "grande" Nadia Dandolo. Nell'area master della rivista, trovate l'articolo che porta la mia firma.

Atletica Veneta Comunicati è disponibile dalla home page del sito www.fidalveneto.it (nella colonna a sinistra, sotto l'indice, cliccando su "Scarica la rivista": Atletica Comunicati e poi selezionando l'edizione di novembre 2009) oppure [clicca qui]

Ecco l'articolo:

NADIA VINCE ANCORA
La Dandolo è stata una delle più grandi mezzofondiste azzurre, poi si è trovata a lottare con la peggiore avversaria che potesse capitarle: la malattia. Ecco come l'atletica la sta aiutando ad uscire dal tunnel.

Ne è passato di tempo da quando Nadia Dandolo, studentessa delle scuole medie di Sant'Eufemia di Borgoricco, salì alla ribalta nazionale vincendo la finale dei Giochi della Gioventù di corsa campestre. In questo lungo periodo sono successe molte cose. Quella ragazzina è ora diventata una donna di quarantasette anni, ma una cosa non è cambiata in tutti questi anni: il suo grande amore per la corsa, che per lei rappresenta una importante fonte di energia, quella che l'ha aiutata a superare
anche i momenti più dolorosi e difficili. “Amo correre - ci spiega - perché è un momento mio, in cui ritrovo me stessa: è una forma di meditazione”.
Nadia ha vestito la prima maglia azzurra da juniores nel 1979 e da allora è stata convocata in nazionale una ventina di volte. Tra i suoi risultati più prestigiosi, la medaglia d'argento a squadre ai mondiali di Cross del 1982 a Roma; i due primati italiani assoluti siglati nel 1990 (5.000 in 15'11”64 e 10.000 metri in 32”02'37) e la medaglia d'argento ai Giochi del Mediterraneo ad Atene 1991 nei 3.000 metri. Per due volte ha sfiorato la partecipazione alle Olimpiadi (Los Angeles 1984 e Barcellona 1992), perse all'ultimo momento per problemi ai tendini, ai quali è stata operata ben quattro volte. Ma Nadia non ha mai mollato e dopo ogni riabilitazione è sempre tornata a correre.
Ha fatto parte per cinque anni del gruppo sportivo della Forestale, dal quale è uscita nel 1998 per continuare l'attività con club civili, prima la Camelot e poi l'ASI Veneto con la quale è tuttora tesserata.
Nel 2005 si è trovata ad affrontare l'avversario più difficile: un tumore al seno e la lunga sequela di chemioterapie e interventi ad esso connessi. L'ultimo, nel marzo di quest'anno, il prossimo tra meno di un mese. Il calvario non è ancora finito. Eppure Nadia ha sempre cercato di trovare l'energia per correre anche durante questi anni difficili. Ma come ha fatto? “Non lo so - risponde -, so solo che correre mi fa star bene, mi regala gioia e i medici non me l'hanno impedito”. Nadia ora lavora come guardia forestale presso la stazione di Padova, che effettua il controllo sul territorio. Si allena al campo sportivo di Noale in compagnia di Arianna Morosin e seguendo i consigli di Lionello Bettin.
L'incontro con il mondo “over35” è avvenuto nel 2008, l'anno in cui si è costituito il gruppo master all'ASI Veneto. Fu solo allora che scoprì di detenere il primato italiano MF40 dei 3000 metri (9'28”8 stabilito nel 2002). Si iscrisse a tutte le principali competizioni master, ma dovette sempre rinunciare per i suoi problemi di salute. “Ma per me erano importanti obiettivi a cui puntare per guardare avanti, sempre”, confida.
Quest'anno, finalmente, ce l'ha fatta. Dopo cinque anni, è tornata alle competizioni su pista e in agosto è volata in Finlandia, dove si è aggiudicata la medaglia d'argento sui 5.000 metri W45 a suon di primato italiano di categoria (17'23”08).
Poi è toccato alla finale dei Campionati di Società Master su pista a settembre, al Ridolfi di Firenze, dove ha stabilito la miglior prestazione italiana MF45 sui 3.000 metri (10'05”90) e corso in 1.500 metri in 4'47”72. Risultati che hanno contribuito alla conquista del primo scudetto master per l'Atletica ASI Veneto.
Del mondo master adoro soprattutto l'atmosfera che si respira, il modo in cui la competizione viene vissuta. Ci sono atleti che vogliono come prima cosa mettersi a confronto con se stessi, per il piacere di farlo”, racconta.
A Firenze ha corso nelle serie più lente, non avendo un tempo di accredito, ma non si è fatta problemi e con grande determinazione ha impostato il suo ritmo. Per gli spettatori presenti al “Ridolfi” è stato uno spettacolo vederla correre, come lo fu nel 1991, quando vinse i 3.000 metri ai campionati italiani assoluti al “Delle Alpi” di Torino in una caparbia galoppata solitaria che fermò il cronometro sul tempo di 8'48”21. Sono passati 18 anni, ma l'eleganza della sua falcata non è cambiata, così come la sua voglia di correre. In più ora Nadia, con la sua grande forza e determinazione, è diventata per molti un bellissimo esempio di come la vita possa essere vissuta intensamente. Nonostante tutto.
















Foto: Nadia alla finale dei Cds Master di Firenze - per gentile concessione di Michelangelo Bellantoni; Nadia sul podio ai mondiali master di Lathi - per gentile concessione di Domenico Furia

1 commento:

Isabella ha detto...

Che dire a Nadia? Sei un mito e un esempio continuo per tutte noi. Ti ringrazio, mi emozioni continuamente e non solo con i risultati sportivi. Un abbraccio.
P.S.: un grazie anche a Rosa che ci tiene costantemente aggiornate.